La stampa ha riportato la notizia che dal Vietnam partiranno volontariamente 6 monaci buddisti per raggiungere un’isola dell’arcipelago delle Spratly (in vietnamita Truong Sa, ndr), occupata militarmente da Hanoi ma rivendicata anche dalla Cina. I religiosi andranno a occupare 3 pagode che erano state abbandonate nel 1975 (all’epoca della caduta di Saigon), ma che proprio in questi tempi sono state rimesse in funzione per riaffermare la sovranità dell’ex colonia.
Secondo il venerabile monaco Thich Giac Nghia, il primo a riferire la notizia ai media, «il nostro progetto di andare a Truong Sa è stato approvato all’inizio del mese dai responsabili della provincia di Khanh Hoa, e noi andremo non appena la marina sarà pronta a portarci là. La maggior parte dei vietnamiti sono buddisti e noi cercheremo di rafforzare la loro vita spirituale e incoraggiarli ad affrontare le difficoltà quotidiane». La comitiva, il cui arrivo sarebbe stato a suo dire richiesto dagli abitanti locali (principalmente soldati, pescatori e contadini), ha in programma di restare almeno un anno.
Per questi isolotti inospitali ma ricchissimi d’idrocarburi, Vietnam e Cina, nel marzo 1988, arrivarono anche a un sanguinoso scontro militare, che provocò la morte di sessantaquattro vietnamiti. Alcune Spratly sono rivendicate o controllate – oltre che da Cina e Vietnam – anche da Filippine, Malesia, Taiwan e Brunei.
(Francesco Giappichini)