Francesco Giappichini

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Perche’ “Vietnam report”? – 5

In SOCIETA' on 8 Maggio 2012 at 00:10

Segue quinta parte del citato documento sulla genesi di “Vietnam report”, on line su “Investire nel mondo” di Giovanni Caporaso. «L’ultimo dei 4 fattori chiave cui si é accennato riguarda il mercato di libero scambio in cui il Paese é inserito: un’azienda che produce in Vietnam – come ha fatto di recente notare il ministro degli Affari esteri italiano, Giulio Terzi di Sant’Agata – ha la possibilitá di esportare a dazio zero nelle altre Nazioni dell’Asean (Association of south-east asian Nations, l’Associazione delle Nazioni dell’Asia sud-orientale, ndr), organizzazione che comprende un potenziale mercato di 600milioni di consumatori.

Baia di Ha Long, nel Golfo del Tonchino

 

 

 

 

 

 

 

E non solo: grazie agli accordi commerciali conclusi dall’Asean, le esportazioni del made in Vietnam risultano agevolate anche nei confronti di giganti economici del calibro di Cina, Giappone e Corea del sud. E producendo in loco – é il caso Piaggio, Ariston o Datalogic, per rimanere al nostro Paese – l’azienda straniera puó contare su una manodopera motivata e qualificata, oltre che su agevolazioni fiscali all’export.

E se negli ultimi anni é stata l’economia a trainare l’interesse verso il Paese asiatico, il nostro portale dedicherá spazio anche agli sviluppi politici e sociali, oltre che alle piú interessanti manifestazioni culturali: da quelle letterarie, a quelle musicali e cinematografiche, senza trascurare quanto giunge dalla tradizione».

(Francesco Giappichini)

Perche’ “Vietnam report”? – 3

In SOCIETA' on 6 Maggio 2012 at 00:10

Segue terza parte della synopsis di Vietnam report, uscita su Investire nel mondo di Giovanni Caporaso. «Naturalmente questo investitore dovrá fare i conti con la corruzione ancora non debellata, le pressioni inflazionistiche – che solo ultimamente paiono sotto controllo – e soprattutto una crescente ondata di scioperi, che negli ultimi dodici mesi hanno reclamato maggiori guadagni per la classe lavoratrice. In veritá scegliere quindi il Vietnam al solo scopo di contrattare mano d’opera a basso prezzo potrebbe essere una scelta·errata, anche in considerazione delle condizioni ancora “migliori” offerte dalla vicina Cambogia, o da altri Paesi in via di sviluppo.

La bandiera vietnamita

 

 

 

 

 

 

L’altro fattore riguarda invece l’export verso il Vietnam, un mercato che adesso conta con·novanta milioni di consumatori, una popolazione giovane e colta. Molti imprenditori italiani giá pensano al Paese asiatico come a uno dei potenziali maggiori acquirenti dei prodotti italiani: non solo di quelli tipici del made in Italy come moda e abbigliamento – che rendono Belpaese famoso nel mondo – ma anche e soprattutto di quei macchinari industriali, di cui gli Asiatici hanno immenso bisogno per rendere competitivo il loro apparato produttivo.

Si moltiplicano le iniziative, specie nelle regioni piú produttive dell’Italia·settentrionale, per far conoscere alle autoritá indocinesi i prodotti dei nostri distretti industriali».

(Francesco Giappichini)

Perche’ “Vietnam report”? – 2

In SOCIETA' on 5 Maggio 2012 at 00:10

A seguire pubblichiamo la seconda parte della presentazione del portale Vietnam report, apparsa on line sul sito Investire nel mondo, diretto da Giovanni Caporaso, titolare dello studio legale Caporaso & partners. «Proprio cosí: in un fase storica in cui l’opinione pubblica e l’informazione italiane sono coinvolte in guerra civile strisciante, crediamo che sia prioritario valorizzare il sacrificio di chi le notizie se le va cercare, le verifica e le rende, diciamolo pure, appetibili per il lettore di riferimento. Detto questo, perché proprio il Vietnam, come in tanti ci chiedono stupiti, o finto-stupiti?

Il Vietnam sulla mappa

 

 

 

 

 

 

 

Possiamo cominciare coi “4 fattori economici chiave”, che da·tempo spingono gli imprenditori di casa nostra, ma anche le nostre Istituzioni, a rafforzare i propri rapporti col Paese socialista. Innanzitutto, per banale o poco politically correct che possa sembrare, si sceglie il Vietnam tout court per delocalizzare. Aziende italiane attive soprattutto nel settore tessile decidono di spostare la produzione in un Paese ove il costo della mano d’opera é molto piú basso rispetto all’Italia, al fine poi di esportare i prodotti finite nelle aree “ricche” di provenienza.

Attualmente una tuta blu in Vietnam guadagna infatti circa ottanta dollari al mese, molto meno rispetto all’India o alla confinante Cina, ove lo stipendio medio dell’operaio generico supera ormai i duecento dollari».

(Francesco Giappichini)

Perche’ “Vietnam report”?

In SOCIETA' on 4 Maggio 2012 at 11:33

A seguire pubblichiamo la prima parte della presentazione del portale “Vietnam report”, apparsa on line sul sito “Investire nel mondo”, diretto da Giovanni Caporaso. «Siamo orgogliosi di presentare ai lettori del sito “Investire nel mondo”, “Vietnam report”, il primo portale dedicato·al Vietnam, che tuttavia non trascura le vicende economiche, politiche e·sociali degli altri Paesi del Sudest asiatico, e in particolare dell’Indocina·francese. Intanto dovremmo spiegare perché, in questa fase storica, proporre·un media con queste caratteristiche.

Giovanni Caporaso, a destra nella foto

 

 

 

 

 

 

Peró prima di farlo riteniamo piú·importante indicare l’approccio con cui di giorno in giorno racconteremo gli·eventi piú importanti della Nazione asiatica. Privilegeremo una visione·senza pregiudizi politici o culturali di ogni tipo, lontana dagli stereotipi·che negli anni si sono incrostati nei canali della comunicazione, e ben·riassunta nella famosa frase che scrisse Tiziano Terzani, introducendo l’ultima·edizione di “Pelle di leopardo”.

“Dal momento che non sono mai stato membro·di nessun partito, di nessuna chiesa, di nessun gruppo, di nessuna setta che·mi imponesse i suoi valori, che mi guidasse nel giudizio, che mi offrisse le·sue già confezionate interpretazioni dei fatti umani, dal momento che non ho·mai avuto una fede a cui attaccarmi, ho dovuto ogni volta farmi una mia idea·di quel che mi stava davanti, di quel che vedevo”».

(Francesco Giappichini)