Francesco Giappichini

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Agricoltura ok, ma il resto? – 2

In ECONOMIA on 30 settembre 2012 at 00:10

Piú in basso riportiamo l’articolo «FAO: Vietnam eccellenza della produzione agroalimentare», che l’Istituto per le relazioni italo-vietnamite (Iriv) dedica all’incontro tra l’ambasciatore vietnamita e il direttore generale della Fao (Food and agriculture organization of the united nations), il brasiliano José Graziano da Silva. Come anticipato, é stato ricosciuto il ruolo guida del Paese asiatico nel settore della produzione agricola ecosostenibile. «Il Vietnam costituisce un’eccellenza nella produzione agroalimentare, soprattutto per quanto riguarda il riso e l’acquacoltura.

Il logo della Fao

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo ha riconosciuto il direttore generale della FAO, Jose Graziano da Silva, in occasione dell’incontro con l’ambasciatore Nguyen Hoang Long, che presentava le proprie credenziali in qualità di nuovo rappresentante permanente del Vietnam presso la FAO. Jose Graziano da Silva ha ringraziato il Vietnam per il proprio contributo alla FAO, in particolare sui temi dello sviluppo rurale e agricolo. Il Vietnam ha infatti saputo affermarsi come uno dei principali produttori mondiali di riso ed è ormai noto anche in Europa per essere tra i Paesi guida nelle attività di acquacoltura.

Il suo caso potrà essere d’esempio per i paesi dell’Asia e dell’Africa interessati a uno sviluppo deciso ma sostenibile, che consenta al tempo stesso la lotta alle carenze alimentari, la tutela dell’ambiente e la prosperità economica».

(Francesco Giappichini)

Agricoltura ok, ma il resto?

In ECONOMIA on 29 settembre 2012 at 12:46

Ottimi risultati per l’agricoltura vietnamita, e non soltanto sotto il profilo economico, ma anche sotto quello, non meno importante, della sostenibilitá ambientale. Ma andiamo con ordine. La produzione di riso del Paese asiatico – sono dati del Ministero dell’Agricoltura – quest’anno raggiungerá i quarantatre milioni di tonnellate, per un aumento di ben un milione rispetto al 2011. E non é tutto: le piantagioni della pianta delle graminacee arriveranno a coprire un’area di 8 milioni di ettari, per un incremento dell’1,2 per cento rispetto allo scorso anno.

Il direttore denerale della Fao e l’ambasciatore vietnamita

 

 

 

 

 

 

 

Impossibile peró non leggere la news in combinato disposto con la precccupante notizia sul declassamento da parte dell’agenzia di rating Moody’s. L’articolo dal titolo «Vietnam: Moody’s, rating scende a B2, nodo banche», pubblicato sul portale “Borsa italiana”, recita impietosamente: «Moody’s abbassa il rating al Vietnam da B1 a livello B2. L’agenzia sottolinea la vulnerabilita’ delle banche del Paese e prevede che il Governo sara’ probabilmente costretto a intervenire. Questo indebolira’ la capacita’ del Vietnam a rispondere ad un quadro economico gia’ in peggioramento».

Frattanto giunge notizia che il Governo del premier Nguyen Tan Dung, per i prossimi mesi, ha messo in cima alle prioritá la lotta all’inflazione: c’é da aspettarsi misure drastriche, in buona sostanza, per garantire la stabilitá macroeconomica. (Continua).

(Francesco Giappichini)

Vietnam e crediti al carbonio – 2

In SOCIETA' on 28 settembre 2012 at 00:10

Prima di riportare la seconda parte del reportage citato, specifichiamo che l’Emissions-trading scheme (Ets) dell’Unione europea stabilisce la compravendita di crediti di emissioni – come se fossero azioni regolarmente scambiate in borsa – al fine di rendere vantaggiosa la riduzione delle emissioni d’anidride carbonica. Resta solo da vedere se questa iniziativa sará nei fatti esportabile in Vietnam. «Secondo quanto pubblicato dal Bangkok Post all’inizio del mese, il governo della Thailandia starebbe organizzando il sistema grazie alla collaborazione del Thailand Greenhouse Gas Management Organisation (TGO), con il progetto di completarlo nel corso del prossimo anno.

La foresta pluviale di Cat Tien

 

 

 

 

 

 

Prasertsuk Chamornmarn, vice direttore esecutivo di TGO, ha detto al giornale che la proposta di legge dovrà poi essere valutata da una commissione nazionale sui cambiamenti climatici, presieduta dal primo ministro, prima di essere sottoposta al Parlamento. Le proposte di progetto dovrebbero poi, secondo la Thailandia, entrare in vigore a partire dal 2020, anno in cui si prevede la firma di un nuovo trattato internazionale sui cambiamenti climatici attulamente in corso di negoziazione con le Nazioni Unite.

Ma le buone nuove non finiscono qui:  indiscrezioni rivelano inoltre che il governo vietnamita avrebbe l’intenzione di fissare nuovi limiti di emissioni di gas inquinanti compresi tra l’8 e il 10% entro il 2020».

(Francesco Giappichini)

Vietnam e crediti al carbonio

In SOCIETA' on 27 settembre 2012 at 00:10

Sono anni che le autoritá vietnamite cercano di conciliare sviluppo economico e basse emissioni di carbonio, sia nel settore industriale che energetico. Ma non sempre, almeno sinora, ci sono riuscite. Negli ultimi tempi peró il Governo di Hanoi, come spiega il reportage «Un regime da attivare nel 2020. Vietnam e Thailandia pensano all’ETS», pubblicato sul sito Rinnovabili.it e sotto riportato, si sarebbe convinto ad aprirsi al cosiddetto mercato del carbonio. Qualcosa di simile all’Emissions-trading scheme (Ets) dell’Unione europea.

La foresta alluvionale di Can Tho

 

 

 

 

 

 

«Il sud est asiatico sfida l’Europa e dichiara di pensare all’attivazione di un sistema di scambio delle emissioni in grado di risollevare le sorti delle nazioni. L’Asia rinnova il proprio impegno climatico e annuncia un progetto che rappresenta un passo in avanti nel mercato del carbonio. In particolare si tratta di un’iniziativa di due paesi del sud est del continente, Thailandia e Vietnam, i cui governi stanno seriamente prendendo in considerazione la possibilità di introdurre sistemi di controllo per la regolamentazione del mercato dello scambio dei crediti di carbonio.

I due paesi sembrano pronti, infatti, ad emulare quello che Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda hanno fatto in quanto a progettazione di un meccanismo di scambio di crediti mirato a trasformare l’Asia in un mercato rivale per l’Europa, al momento leader dell’ETS».

(Francesco Giappichini)

Blogger, ecco le condanne – 2

In POLITICA on 26 settembre 2012 at 00:10

É la crisi economica la causa di questo giro di vite delle autoritá vietnamite contro i dissidenti? Secondo gli analisti internazionali non vi sarebbero dubbi. Prima di rimandare alla seconda parte del brano, indichiamo con piacere il link del blog Hai Dieu Cay, visibile adesso solo in copia cache, ove comunicavano i reporter condannati. E segnaliamo che secondo Reporters sans frontières il Vietnam é 172º nel ranking della libertá di stampa, e detiene dietro le sbarre ben 5 giornalisti e diciannove blogger.

Un’eloquente immagine dal blog Hai Dieu cay

 

 

 

 

 

 

 

«Condanne che confermano l’inflessibilità verso il dissenso da parte del Partito, alle prese con una crisi economica che sta evidenziando i limiti di un modello di sviluppo basato su graduali aperture capitalistiche e uno spietato mantenimento dello status quo in politica. Nguyen Van Hai (pseudonimo Dieu Cay), Ta Pong Tan e Phan Thanh Hai sono stati condannati rispettivamente a 12, 10 e 4 anni di carcere, alla fine dei quali dovranno scontare altri tre anni (cinque nel caso di Dieu Cay) agli arresti domiciliari. Il verdetto, emesso in poche ore da un tribunale di Ho Chi Minh City, è stato raggiunto applicando l’articolo 88 del codice penale, frequentemente utilizzato per reprimere ogni dissenso.

Per il giudice, gli accusati “hanno abusato della loro popolarità su internet per postare articoli che criticano il partito, distruggendo la fiducia dei cittadini nello Stato”».

(Francesco Giappichini)

Blogger, ecco le condanne

In POLITICA on 25 settembre 2012 at 14:20

Ho Chi Minh city, Vietnam: pesanti condanne nei confronti dei 3 blogger dissidenti – Nguyen Van Hai noto come Dieu Cay, Ta Pong Tan e Phan Thanh Hai – erano attese, e sono puntualmente arrivate: in questa fase il Partito comunista vietnamita (Pcv) non ammette alcuna manifestazione di dissenso politico, e la decisione del Tribunale a pene che variano dai 4 ai dodici anni di reclusione per il reato di propaganda contro lo Stato era di fatto inevitabile. (Alla fine della fase detentiva, i blogger dovranno scontare dai 3 ai 5 anni di arresti domiciliari, ndr).

Dal blog di Dieu Cay

 

 

 

 

 

 

 

Inutile quindi l’intercessione di Barack Obama pro Van Hai, e l’estremo sacrificio della madre della blogger e ex poliziotta Pong Tan, immolatasi in un rogo per protestare contro la detenzione della figlia. I 3 attivisti fanno parte del Club dei giornalisti liberi, entitá all’insegna del giornalismo partecipativo di denuncia. Per ulteriori approfondimenti sul caso si rimanda a un brano dell’articolo «Vietnam, scure contro i blogger», pubblicato dalla “Stampa”.

«Tre attivisti condannati a pene tra i quattro e i dodici anni . Dall’Occidente erano giunti ripetuti appelli al rilascio, ma le autorità vietnamite non si sono fatte impietosire: il processo-lampo a tre blogger dissidenti tra i più noti nel Paese socialista si è aperto e concluso oggi con pene dai 4 ai 12 anni di reclusione per propaganda contro lo stato». (Continua).

(Francesco Giappichini)

Vietnam, caso rinoceronti – 2

In SOCIETA' on 24 settembre 2012 at 00:10

Al riguardo, nulla di piú esplicativo del brano dell’articolo «Corno di rinoceronte, la nuova droga che minaccia l’ambiente», pubblicato sullo website “Cofee stop”. «Tra i giovani vietnamiti si sta diffondendo l’uso di polvere di corno di rinoceronte, considerato, infondatamente, una cura miracolosa per i postumi da sbornia. Più costoso della cocaina, il corno di rinoceronte è stato descritto da un sito vietnamita di news come “il drink alcolico dei milionari”. Sta diventando una droga molto popolare nei party dei giovani vietnamiti ricchi, viene consumato in polvere aggiungendolo ad acqua o a vino, secondo la diffusa diceria che sia un vero toccasana per i mal di testa e le nausee del dopo-sbronza.

Un corno di rinoceronte sequestrato in Italia

 

 

 

 

 

 

 

In realtà, stando alla scienza il corno di rinoceronte non avrebbe nessun valore curativo, essendo composto dalla stessa sostanza delle unghie, la cheratina. Eppure ciò non ha impedito che i nuovi ricchi in Vietnam lo eleggessero come droga elitaria, diventando i primi consumatori al mondo della ricercata polvere, ormai simbolo di agiatezza economica».

Va poi aggiunto che in Vietnam, nonostante la campagna del Wwf (World wildlife fund), il Fondo mondiale per la natura, é sempre piú radicata la falsa credenza che identifica nella polvere un buon farmaco anti-cancro: si ha notizia di soggetti senza scrupoli che si aggirano negli ospedali per vendere la sostanza ai malati piú gravi.

(Francesco Giappichini)

Vietnam, caso rinoceronti

In SOCIETA' on 23 settembre 2012 at 00:10

Lo scorso giugno é stato proclamato l’Anno internazionale del rinoceronte, proprio ieri si é celebrata la Giornata mondiale del rinoceronte, e sul banco degli imputati é finito, e non a torto, il Vietnam. La domanda di corno da parte del mercato locale é una delle principali cause del bracconaggio ai danni di questa specie, nei pochi habitat al mondo in cui ancora sopravvive, in primo luogo in Sudafrica. Ma perché i vietnamiti – ma anche altri popoli asiatici – sono disposti a spendere ingenti somme di denaro per acquistare il corno di questo animale, oppure la polvere che se ne ricava?

Il rinoceronte di Giava

 

 

 

 

 

 

Perché si é giunti sino all’estinzione definitiva, nel proprio territorio, del rinoceronte di Giava, che dall’aprile dello scorso vive solo in luoghi remoti dell’Indonesia? Al di lá degli aspetti di tipo ornamentale, vedi i pugnali ricurvi che vi si possono ricavare, va segnalato innnazitutto che secondo la tradizione medica cinese – diffusa anche nel Paese limitrofo – la polvere ha la capacitá di guarire svariate malattie, dall’epilessia alla malaria. (É superfluo aggiungere che il corno, composto com’é di cheratina, ha la stessa capacitá curativa delle unghie umane, ndr).

Inoltre, tralasciando le infondate dicerie sulle proprietá afrodisiache, non va trascurato l’effetto nefasto d’una moda che sta prendendo piede tra i “giovani rampanti” vietnamiti della nascente classe media. (Continua).

(Francesco Giappichini)

La Toscana scommette su Hanoi – 2

In ECONOMIA on 22 settembre 2012 at 00:10

Prima di pubblicare la seconda parte del reportage, ricordiamo che per il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, l’iniziativa tiene conto del fenomeno della crescita delle classi medie nei Paesi emergenti. «Paesi emergenti come il Vietnam o l’India, la Russia e la Cina sono una grande opportunita’ per le nostre imprese», ha detto il governatore. «L’inaugurazione del desk a Toscana Promozione segue l’attivazione, dal 2010 ad oggi, di due progetti nati per sviluppare con il paese asiatico rapporti stabili: uno riguarda il settore delle calzature e della pelle.

Lo stemma della Regione Toscana

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Vietnam sta diventando inoltre sempre di piu’ anche una piattaforma di lancio importante verso il mercato cinese e gia’ cinque imprese toscane vi contano uffici o sedi distaccate. Oltre alla Piaggio di Pontedera, sono gia’ presenti in Vietnam la Esanastri di Calcinaia, in provincia di Pisa, la Savino del Bene di Scandicci, la Segis di Poggibonsi e la Albini e Pitigliani di Prato. Da segnalare infine, sempre oggi, la sottoscrizione di un accordo di paternariato tra l’Associazione degli imprenditori vietnamiti in Italia (che conta oltre 1000 iscritti, 50 dei quali operanti in Toscana) e la Hanoi Business Association, vale a dire l’equivalente della Confindustria.

L’accordo, grazie ai buoni rapporti Vietnam-Cina, permettera’ attraverso la Hanoi Business Association di facilitare l’accesso anche al mercato cinese».

(Francesco Giappichini)

La Toscana scommette su Hanoi

In ECONOMIA on 21 settembre 2012 at 13:18

La Toscana punta sul Vietnam. Rectius, sulle potenzialitá del mercato vietnamita, che non solo é tra i trenta piú dinamici, ma si stima possa crescere del settantuno per cento nei prossimi 6 anni. Cosí la Regione, dando seguito agli accordi stretti a febbraio, ha aperto a Firenze, nella sede di Toscana promozione, un desk: uno sportello destinato alle piccole e medie imprese toscane che desiderino promuovere prodotti nel Paese asiatico, o sviluppare in loco rapporti commerciali.

Il simbolo di Toscana promozione

 

 

 

 

 

Lo strumento, inaugurato il 17 settembre, rimarrá operativo per 3 mesi. Secondo il governatore Enrico Rossi, «lo sportello che inauguriamo, frutto anche dell’accordo firmato a febbraio dalla Regione Toscana con l’agenzia del governo vietnamita per la promozione e l’internazionalizzazione, e’ uno strumento in piu’ che mettiamo in campo per aiutare il made in Tuscany delle tante e piccole aziende toscane». Un articolo sulla vicenda, dal titolo

«Pmi: Toscana, aperto un desk per i rapporti con il Vietnam», é reperibile sul sito di Libero. Segue un brano. «E la Toscana non parte da zero. L’Italia e’ al quindicesimo posto per quanto riguarda l’interscambio con il Vietnam e la Toscana, tra le regioni d’Italia, e’ quarta, dietro Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, con il 16 per cento del made in Italy destinato al Vietnam quando la media sull’export italiano e’ in genere attorno all’8 per cento». (Continua).

(Francesco Giappichini)